Nel 1947 l'antica città costiera istriana di Pola (oggi Pula), già colonia romana e poi veneziana, passata all'Austria nel 1797 e all'Italia nel 1918, fu assegnata alla Jugoslavia (Croazia), provocando l'esodo di migliaia di abitanti italiani. Attirato dall'idea di diventare padrone dell'officina dove lavora, l'operaio Berto decide di rimanere, ma i macchinari sono confiscati dal governo. Grazie a una funzionaria del partito comunista riesce a far partire per Trieste la moglie e il figlio che ha bisogno di cure. Diventato amante della commissaria, Berto è inviato in un campo di concentramento come dissidente. Evade, raggiunge la costa, rema verso l'Italia, muore, colpito da una raffica di mitragliatrice.