Enrico, borghesuccio decenne, da Milano viene condotto dalla madre Elisa in un paesello del Lazio presso la zia Maria, scrittrice. Il ragazzo soffre molto per la lunga assenza del padre e non sa che lo stesso e morto. Fin dai primi giorni, vagando nella necropoli etrusca in cerca del cane Napoleone, Enrico incontra i vivaci ragazzetti del villaggio che giuocando agli indiani, lo accettano nella tribu e lo battezzano Cervo Bianco. E' con gli amici quando un barbone, Rufo, pittore, si stabilisce nella boscaglia e viene eletto stregone della tribu. Una sera avendo casualmente scoperto la verita sul padre dalla bocca incauta dei domestici della zia, Enrico fugge e si ferisce gravemente. Guidati da Rufo i ragazzi vegliano intorno alla villa per impedire alla Morte di raggiungere il compagno che, infatti, guarisce. Rufo, adempiuta la sua missione, si eclissa.